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Consiglio per i rifugiati: «a rischio il diritto d’asilo»

Criticando la nuova direttiva dell’Unione Europea, il Cir chiede che l’Italia ripensi le misure del pacchetto sicurezza

di Redazione

n occasione della Giornata Mondiale, il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CiR) lancia un appello affinché venga salvaguardato il diritto di chiedere e di ottenere asilo e vengano tutelati i diritti umani di tutti i cittadini, compresi quelli di cittadinanza diversa da quella italiana.

Nel comunicato del Cir si legge che il Consiglio ritiene che ci sia la necessità di ribadire che i diritti umani non distinguono la cittadinanza della persona o il suo status giuridico, non fanno distinzione tra chi ha un permesso di soggiorno e chi no, non fanno distinzione etnica, religiosa, di età o di genere.

«Ieri la maggioranza del Parlamento Europeo ha dato via libera alla direttiva comunitaria sul rimpatrio degli stranieri in situazioni irregolari. La nuova normativa dà licenza agli Stati Membri di applicare la detenzione amministrativa fino a 18 mesi in attesa dell’allontanamento del cittadino, straniero inclusi minori non accompagnati. Durante il dibattito è stato spesso citato il caso Italia dove nel “pacchetto sicurezza” si prevede esattamente questo: trattenimento fino ad un anno in centri di identificazione e di espulsione, centri chiusi e vigilati».

«Anche i richiedenti asilo» afferma il Cir «potranno essere colpiti dalla detenzione, nel caso in cui il pacchetto sicurezza entri in vigore come proposto dal Governo. Infatti la cancellazione del diritto al ricorso effettivo fa sì che anche un potenziale rifugiato diventi uno straniero irregolare soggetto all’espulsione».

Il Consiglio esprime esprimiamo però la speranza che ci sia un ripensamento, prima di tutto da parte del Parlamento italiano, e che le restrizioni previste al diritto di chiedere asilo non siano. «Di fronte a migliaia di morti» si legge nel comunicato – «che disperatamente cercano di arrivare in Italia e in Europa, la politica dovrebbe invece cercare di aprire canali per un arrivo ed un ingresso regolare e protetto. Ci sembra proprio questo all’ordine del giorno il 20 giugno: non tollerare più che persone costrette a fuggire dai propri Paesi siano costrette un’altra volta a buttarsi letteralmente nel mare solo per raggiungere un porto sicuro».


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